giovedì 27 marzo 2008

Prodotto Interno Lordo

Quarant’anni fa, Robert Kennedy tenne un discorso sulla reale ricchezza delle Nazioni e sul PIL.
Tre mesi dopo fu assassinato.

Nessuno ha mai calcolato il COSTO del PIL.


"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani."
Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas

Italiani all'estero...

Un ex italiano, ora inglese,
ha inviato la sua risposta a Di Girolamo,
un aspirante parlamentare.

"Caro Di Girolamo,
stamane ho ricevuto il suo volantino nella posta di casa mia, in Inghilterra. Di solito ignoro la propaganda elettorale perche', immagino come altri milioni di ex-italiani, ne ne posso piu' del vostro paese, pero' stavolta quello che ha scritto mi sprona a rispondere alla sua chiamata. Io ho gia' aiutato a sufficienza il suo partito, che poi non e' neanche un partito, in quanto non nasce da una costruzione ideologica o filosofica come i grandi partiti dell'800 e del '900, ma dagli interessi personali di un imprenditore miliardario che decise di scendere in campo per timore che una vittoria dei discendenti del partito comunista lo costringessero ad esiliarsi in qualche isola tropicale, anziche' continuare a fare i suoi interessi nel paese dove viveva.Bene, caro Di Girolamo, sappia che chi le scrive quell'uomo l'ha gia' aiutato abbastanza. Lo feci nel 1994, quando fondai a Londra il primo Club Forza Italia, sprecando la mia faccia, la mia intelligenza, i miei soldi e il mio tempo, per un uomo che pensavo davvero intendesse promuovere il liberalismo nel vostro paese, e davvero intendesse stabilire un ordine meritocratico in un paese marcio per nepotismo, clientelismo e familismo (sia a destra che al centro che a sinistra).Un paese unico al mondo che vanta due popolazioni: sessanta milioni di italiani dentro le Alpi che sopravvivono grazie alle raccomandazioni, e cento milioni di ex-italiani fuori dalle Alpi che, non sentendosela di far parte delle brigate rosse o di un clan mafioso, decisero ad un certo punto della loro vita di emigrare e, le piaccia o no, di diventare 'altri'.Preciso che chi le scrive non e' in Inghilterra per fare lo spazzino o il lava-vetri. Io lavoro come psichiatra forense alle dirette dipendenze del ministero della Giustizia e della Sanita' britannici, guadagno piu' di centomila euro all'anno, pago il 40% di tasse fino all'ultimo penny, e sono soggetto, in virtu' del mio nuovo passaporto a tutti i doveri e i diritti dei sudditi della nostra carissima H.R. Queen Elisabeth II.Che sicuramente avrà i suoi difetti anche lei, ma almeno e' verauna regina vera, e non una merda come i tanti pregiudicati, corrotti e mafiosi che popolano il vostro ridicolo Parlamento.Giovanni Dalla-Valle, ex-italiano, e' un'INGLESE come tanti. Si sveglia alle 5.30, lavora 10 ore al giorno, fa i turni di guardia, torna a casa alle 19.00 dove trova il figlio Matteo, di cui e' padre singolo. Se fosse stato per l'Italia sarei ancora alle dipendenze economiche dei miei genitori, ultimo assistente in un ospedale del cesso (nonostante laureato a 25 anni a Padova con 107/110), solo per il fatto che mio padre e' un nessuno e non s'e' mai curato di leccare il culo agli altri.
Ed ora veniamo alle sue proposte elettorali.
Usufruire dell'assistenza sanitaria gratuita in Italia per piu' di tre mesi, come stabilisce la vostra legge?Ma scusi, ma perchè io che che pago le tasse in questo paese, dovrei parassitare i servizi di un paese dove non pago le tasse? Persino tre mesi sono ingiusti. Qui la sanita' e' gratuita. Non dovrei pagare le tasse per una seconda casa in Italia? Ma scusi, perche' mai uno che puo' permettersi una seconda casa nel vostro paese non dovrebbe pagare le tasse come fa per la prima casa in questo paese? Se ha sufficienti soldi per acquistare una seconda proprieta' in Italia, perche' non dovrebbe contribuire alle normali tassazioni di quel paese? Non pagare per il rinnovo del passaporto? Problema gia' risolto. Ho un passaporto inglese. E non comporta nessun bollo annuale e il rinnovo e' decennale.Migliorare l'assistenza del consolato? Ma via, Di Gerolamo, non spari cagate! Qui tutti sanno che il consolato italiano e' una fogna per raccomandati e figli di o amici di. Il livello d'incompetenza e arroganza agli sportelli e' arci-noto. Sara' mica lei che lo cambia adesso, vero? Il governo del suo capo durò cinque anni. Lo sapete benissimo che questo e' il peggiore consolato del mondo. Perche' non li avete cacciati a pedate nel c..o allora? Perche', dannazione, sono AMICI degli AMICI vostri, ecco perche'."Perdiamo per strada le giovani generazioni". Sorry, Di Girolamo. Avete perso gia' perso anche quelle meno giovani (io ne faccio 45 quest'anno!). Rialzati Italia? Ma col cazzo, mi consenta, Di Girolamo! Quelli come me, e sono milioni, l'Italia la vogliono giu' per sempre!!!. Ce`l'avete messa nel c..o per una vita.
Cosa volete adesso? Che vi votiamo ancora??? Ma per favore. Siate seri!"
Giovanni Dalla-Valle

mercoledì 19 marzo 2008

Disinformazione


Ho ritenuto interessante e pubblico questa mia lettura:


Nel 2006, due giorni prima delle elezioni, XXXXXX (nome del quotidiano) sparò in prima pagina un titolo del tipo: “Xxxxxx denunciato, indagato” Anche in questo caso, visto che Xxxxx sta avendo successo, ecco arrivare questa notizia. Si trattava di uno di quei personaggi in cerca d’autore che ogni giorno fanno una denuncia, ora nei confronti da una parte, poi dall’altra. La denuncia in questione era del tutto campata in aria, però siccome dopo due giorni si votava, qualche cittadino avrà pensato: “chi me lo fa fare di votare Xxxxx?”.
Vedete quanto si può essere minati dall’informazione? Non dalla denuncia in quanto tale. Ogni cittadino ha diritto di denunciare ed ogni magistrato ha il diritto di indagare, anzi ha il dovere di indagare. Ed ogni indagato, specie se politico, ha il dovere di correre dal magistrato per dire le sue ragioni, invece di prendersela con i magistrati.
Come funziona l’informazione adesso? È sufficiente mettere una notizia, anche non vera, in prima pagina. Non è necessario che la gente compri il giornale, importa che tutte le sere, prima di andare a letto, e tutte le mattine prima di andare a lavorare, quasi tutti i cittadini sentono la rassegna stampa. Quindi, tutti i cittadini hanno quel martellamento nella mente con la notizia sparata in prima pagina, mentre si mettono il pigiama e mentre se lo tolgono.
Intanto, tutti, si fanno un’idea completamente opposta alla realtà dei fatti.
Ora, se si tratta di gossip va bene lo stesso, ma se si tratta d’onore, o d’accuse gravissime, se si tratta di fatti penalmente rilevanti, questo è un grave pericolo per chi fa politica. Quindi, io non critico XXXXXX (nome del quotidiano) perché riferisce, e accetto la critica, ma non posso accettare la falsità della notizia.Ecco, oggi il giudice dice: archiviazione nei confronti di Xxxxx perché il fatto non sussiste. “Il fatto non sussiste”, in termini giuridici, significa che, se fossi stato accusato di omicidio, la persona ritenuta morta sarebbe in realtà viva. In più, il giudice ha aggiunto che gli atti siano mandati al pubblico ministero per valutare il reato di calunnia nei confronti del denunciato.
Voi pensate che domani mattina, quel giornale metterà in prima pagina la notizia, aggiungendo “scusa Xxxxx”? No. Ve lo dico io che cosa succederà: nei prossimi giorni e per ogni campagna elettorale, ci sarà sempre qualcuno che, invece di misurarsi sui temi politici, si misura sulla diffamazione. E domani, dopo domani, ne inventeranno un’altra e un’altra ancora. Non perché il fatto sia vero o falso, ma perché in questo modo si cerca di frenare il lavoro politico.


Rifletteteci: più giornalisti si ha più è il potere di fare disinformazione.

martedì 18 marzo 2008

Free Tibet


Il buddismo non è una religione di conquista, non ha causato stragi secolari come le religioni monoteiste.
Il buddista può essere ucciso, ma non uccide.
Il governo cinese minaccia nuove stragi se i tibetani non cesseranno le manifestazioni entro lunedì. Li minaccia a casa loro, in una nazione occupata.
Minaccia un popolo costretto in gran parte all’esilio.
Di cui ha distrutto i monasteri.
Di cui vorrebbe cancellare l’identità con una immigrazione selvaggia.I tibetani sono uno dei popoli più pacifici della terra.
No alle Olimpiadi.