mercoledì 19 marzo 2008

Disinformazione


Ho ritenuto interessante e pubblico questa mia lettura:


Nel 2006, due giorni prima delle elezioni, XXXXXX (nome del quotidiano) sparò in prima pagina un titolo del tipo: “Xxxxxx denunciato, indagato” Anche in questo caso, visto che Xxxxx sta avendo successo, ecco arrivare questa notizia. Si trattava di uno di quei personaggi in cerca d’autore che ogni giorno fanno una denuncia, ora nei confronti da una parte, poi dall’altra. La denuncia in questione era del tutto campata in aria, però siccome dopo due giorni si votava, qualche cittadino avrà pensato: “chi me lo fa fare di votare Xxxxx?”.
Vedete quanto si può essere minati dall’informazione? Non dalla denuncia in quanto tale. Ogni cittadino ha diritto di denunciare ed ogni magistrato ha il diritto di indagare, anzi ha il dovere di indagare. Ed ogni indagato, specie se politico, ha il dovere di correre dal magistrato per dire le sue ragioni, invece di prendersela con i magistrati.
Come funziona l’informazione adesso? È sufficiente mettere una notizia, anche non vera, in prima pagina. Non è necessario che la gente compri il giornale, importa che tutte le sere, prima di andare a letto, e tutte le mattine prima di andare a lavorare, quasi tutti i cittadini sentono la rassegna stampa. Quindi, tutti i cittadini hanno quel martellamento nella mente con la notizia sparata in prima pagina, mentre si mettono il pigiama e mentre se lo tolgono.
Intanto, tutti, si fanno un’idea completamente opposta alla realtà dei fatti.
Ora, se si tratta di gossip va bene lo stesso, ma se si tratta d’onore, o d’accuse gravissime, se si tratta di fatti penalmente rilevanti, questo è un grave pericolo per chi fa politica. Quindi, io non critico XXXXXX (nome del quotidiano) perché riferisce, e accetto la critica, ma non posso accettare la falsità della notizia.Ecco, oggi il giudice dice: archiviazione nei confronti di Xxxxx perché il fatto non sussiste. “Il fatto non sussiste”, in termini giuridici, significa che, se fossi stato accusato di omicidio, la persona ritenuta morta sarebbe in realtà viva. In più, il giudice ha aggiunto che gli atti siano mandati al pubblico ministero per valutare il reato di calunnia nei confronti del denunciato.
Voi pensate che domani mattina, quel giornale metterà in prima pagina la notizia, aggiungendo “scusa Xxxxx”? No. Ve lo dico io che cosa succederà: nei prossimi giorni e per ogni campagna elettorale, ci sarà sempre qualcuno che, invece di misurarsi sui temi politici, si misura sulla diffamazione. E domani, dopo domani, ne inventeranno un’altra e un’altra ancora. Non perché il fatto sia vero o falso, ma perché in questo modo si cerca di frenare il lavoro politico.


Rifletteteci: più giornalisti si ha più è il potere di fare disinformazione.

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